
di Alessandra Guigoni
Eccomi qua, con un nuovo impegnativo filone di ricerca, i paesaggi del cibo indiani a Cagliari e dintorni.
Work in progress, ho tante cose da imparare, ma molta energia positiva per affrontare il campo e dialogare con i miei interlocutori, e la consapevolezza che il cibo e’ il cuore dei pensieri, delle pratiche, dei saperi, delle ideologie delle persone, a tutte le latitudini e in tutti i tempi.
Lo Jalebi probabilmente deve il suo nome alla civiltà araba, e la sua introduzione nel Punjab risalirebbe alla dominazione araba del subcontinente indiano.
E’ un dolce dolcissimo ma ottimo, da gustare con chai (te’ indiano con latte e spezie) o anche con cibi salati, perche’ no, per un piacevole contrasto.
E’ molto bello da vedere, traslucido com’e’, di un arancio tenue, profumato e croccante, dal gusto raffinato; non è facile da preparare, bisogna saper friggere con perizia innanzitutto e soprattutto saper versare il composto con destrezza nell’olio caldo.
Si prepara per le grandi occasioni, le feste laiche e religiose, ma e’ anche uno cibo di strada (street food), molto amato.
Sotto lo jalebi, fotografato da me in un Gurdwara cittadino.