
di Alessandra Guigoni
Lo scorso fine settimana ero ospite dell’Amministrazione comunale di Dorgali e dell’Associazione Epulae alla manifestazione “Bacco e l’Agnello”, organizzata per far conoscere meglio l’agnello sardo IGP e le sue grandi potenzialità culinarie e anche di ricaduta economica. Allo stato attuale solo il 10% degli agnelli macellati sull’Isola si pregia del marchio IGP, ed è un vero peccato, perchè le certificazioni consentono di vendere ad un prezzo più equo la carne e di fidelizzare clienti, non solo locali, consumers avveduti, interessati alla qualità del prodotto, alla tracciabilità e alle qualità organolettiche della carne.
Credo e spero sia stata la prima di una lunga serie di appuntamenti che consentiranno al marchio di farsi conoscere meglio e all’agnello sardo IGP di farsi apprezzare maggiormente anche grazie all’opera degli chef che si sono adoperati per rendere al meglio la bontà della carne durante la manifestazione coordinata dal giornalista enogastronomo Angelo Concas.
Detto questo dopo aver visitato l’Acquario locale, sono voluta andare a visitare S’abba frisca, un ecomuseo molto interessante di cui avevo sentito parlare.
Il luogo si estende per alcuni ettari nella macchia mediterranea, ed è ricco d’acqua per cui qua e là zampillano cascatelle creando un effetto suggestivo. Il nome acqua fresca e’ azzeccato e la prima impressione del luogo è quella della freschezza appunto, data dall’acqua ma anche dalla ricca vegetazione presente.
Il percorso museale prevede un itinerario all’aperto, dove e’ possibile visitare un antico covile, vedere una tradizionale macina asinaria per il grano, ancora in funzione su prenotazione, osservare alcune erbe officinali e tintorie tipiche, e un percorso al chiuso che ricostruisce una casa sarda borghese accuratamente ricostruita con suppellettili, oggetti, comprese la stanza da letto e la cucina.
La famiglia Secci, proprietaria del museo, ha saputo raccogliere con pazienza e passione un’infinità di oggetti e attrezzi della cultura agropastorale locale e della cultura materiale della zona. La cucina in particolare mi è parsa ben concepita per raccontare la cultura gastronomica della Dorgali di un tempo. Merita una visita, naturalmente assaggiando i prodotti tipici della zona, dai buonissimi formaggi ovini e caprini al generoso vino, sino ai pani e ai dolci senza dimenticare, per chi ama la carne, un piatto a base di carne d’agnello.
Particolare dello spazio museale adibito alla cucina